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Manzoni e la Merda d’Artista.

“Sei così brutto che sembri un capolavoro d’arte moderna”, così il Sergente Maggiore Hartman urlava al suo soldato nel capolavoro cinematografico di Kubrick, Full Metal Jacket. Beh che dire di fronte alla Merda d’Artista di Manzoni?

Adoro l’Arte e non perdo occasione per visitare mostre e musei. A Milano il Museo del 900 ospita dei pezzi unici ed interessantissimi all’interno del palazzo dell’Arengario completamente ristrutturato e affacciato sul Duomo. Al suo interno tra le tante opere di artisti, di primissimo rilievo nazionale ed internazionale, potrete trovare in una teca la famosa Merda d’Artista.

La troverete inscatolata, etichettata con tanto di grammatura pari a grammi 30, indicazione di conservazione al naturale, e data di produzione risalente al maggio del 1961. Nessuno sa davvero se all’interno ci siano escrementi dell’artista oppure no, il mistero in tal senso rimane. Una cosa è certa, il valore attribuito a questo attributo d’artista per grammo è enormemente più elevato del prezzo dell’oro al grammo. Nel 2016 una di queste novanta scatolette ha raggiunto la quotazione di 220’000 Euro. Ben oltre qualsiasi aspettativa dell’autore stesso che le valutò, modestamente, al costo dell’oro per grammo.

Arte o immondizia? A posteri l’ardua sentenza. Certamente però il Manzoni segue un filone artistico ben preciso iniziato già con l’orinatoio di Duchamp. Uno dei concetti che si cela dietro a questa irriverente e quanto mai originale opera d’arte dell’orrore è forse più che mai condivisibile.

Qualunque oggetto prodotto da un artista famoso può assurgere ad opera d’arte, anche qualora l’opera sia la sua stessa merda. Una critica al sistema dell’arte e ai suoi salotti? Molto probabilmente sì e non c’è che dire. L’artista ha dimostrato in maniera eccelsa la sua tesi.

Chissà che cosa penserebbero i grandi artisti del passato di questa arte ‘contemporanea’. E voi? Cosa ne pensate?

Vi piace l’arte spiegata in modo divertente ed irriverente? Vi segnalo il blog del mio amico Riccardo, La valigia dell’artista.

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