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Travel Log: Bluefields, antica terra di pirati!

Giungere in questa città portuale dimenticata dal mondo vi farà immediatamente immergere in una dimensione dove il tempo è dominato dal ciclo del sole.

Vi troverete innanzi ad un’antica cittadina situata alla foce del Rio Escondido con un vecchio porto che, per quasi due secoli, fu rifugio dei bucanieri prima di divenire un protettorato degli inglesi.

Una cittadina remota dal fascino avventuroso che è stata più volte spazzata via dagli uragani e ricostruita. Un crogiuolo di etnie caraibiche ma non solo.

Qui troverete sia gente mulatta, che gente di pelle nera o bianca così come anche alcuni cinesi. Sentirete anche parlare svariate lingue. Lo spagnolo è alternato sia da un dialetto dal sapore inglese che dalle lingue indigene. Tra queste ultime la più diffusa è quella dei Miskito che abitano le zone delle foreste ricomprese tra la laguna e la costa.

Se arrivare qua potrebbe aver già messo a prova la vostra resistenza al viaggio, il permanerci potrebbe essere ancora più provante, seppur al tempo stesso altrettanto interessante.

Aspettatevi ostelli con un materasso usurato gettato su delle tavole con gli scarafaggi che zampettano allegri per la stanza, così come vasche d’acqua fredda con un secchio per lavarsi. Potreste essere in un albergo pulito e con personale cortese ma notare nella notte dei vermi uscire dal tubo della doccia.

Per evitare tutto ciò vi consiglio Hostal Doña Vero che, dopo aver visto il resto vi parrà un hotel di lusso, quanto meno in termini di pulizia ed igiene. Qua per pochi dollari a notte potrete usufruire di cucine pulite, di caffè ed acqua gratuita tutto il giorno, di un’efficace wi-fi e di una piscina dove godervi il canto incessante degli uccelli tropicali senza preoccuparvi di scoprire spiacevoli sorprese.

Non vi aspettate turisti, qua si passa, non si resta. Quei pochi avventurieri che giungono qua in realtà sono diretti principalmente a Corn Island o forse a Laguna de Perlas ma non di certo a Bluefields.

Non saranno le canoniche attrazioni turistiche a portarvi qua, quanto piuttosto la voglia di incontrare una realtà a noi lontana e dal fascino genuinamente caraibico.

Le case sono colorate, basse e costruite in legno. Le strade sono suddivise in blocchi e sono parallele l’una all’altra. I poliziotti che stancamente pattugliano la strada lo fanno equipaggiati di Kalashnikov o fucili a pompa. Il porto è un costante via vai di gente di ogni tipo, pescatori, faccendieri, trasportatori mentre naviglio e lance si susseguono quasi incessantemente.

La gente è molto cortese e dopo uno o due giorni, non essendo abituata ai turisti, vi riconoscerà e vi saluterà strada facendo. Vi imbatterete nelle numerose chiese di legno bianche dal fascino coloniale vedendone uscire i fedeli vestiti bene per la messa o sentendo nell’aria le note dei gospel.

Qualora abbiate tempo potrebbe essere un’idea quella di visitare la locale università per incontrare qualche appassionata guida che vi accompagni all’interno delle dinamiche di una cittadina solo all’apparenza semplice.

Vi potrete sentire un po’ bucanieri anche voi passando nella piazza principale dove, accanto ad un pozzo, venivano decapitati i traditori dei pirati. Altrettanto piratesco potrebbe sembrarvi pranzare con un ricco piatto di riso, carne o pesce e fagioli, accompagnato dalla birra nicaraguense, mentre la musica latino-americana vi assorbe nei pensieri, con il suo caldo ritmo e mentre attorno a voi probabili prostitute e portuali si danno all’ebbrezza dell’alcol sotto il sudicio tetto di legno della locanda.

Potreste rimanere stupiti di trovare dei murales dove vedrete comparire il simbolo della città di Segrate che finanzia un progetto internazionale di aiuto alle popolazioni soggette ad altissimo rischio disastri naturali causati da: vulcani, maremoti, terremoti e uragani che flagellano di tanto intanto la zona del sud dell’Atlantico.

Potreste rimanere affascinati da un mondo che appare regolato non più dalla frenesia e dove le persone vivono solamente intorno alla terra in cui sono nati. Vi sorprenderà incontrare gente che non ha mai lasciato la cittadina nemmeno per visitare la vicina laguna.

La città si trasforma con il giungere della sera e dopo il calar del sole gli abitanti vanno a dormire per poi svegliarsi poco dopo l’alba. Ci sono solo poche balere dove andare a passare la sera e suggerisco di andarcirigorosamente in gruppo. La zona vicino al porto, mi han detto, essere decisamente meno appetibile di notte che non durante il giorno.

Potreste godervi una buona cena in uno dei due ristoranti “in” della cittadina. Uno su di una altura e l’altro alla fine della strada in riva alla laguna.

Se avrete voglia di svegliarvi prima del sorgere del sole i pescatori sulle canoe vi lasceranno immersi in un’atmosfera da National Geographic mentre, dalle loro caone, lanciano in acqua le reti circolari.

Appena il sole sarà sorto e dopo aver visto i pescatori affaccendati nella loro arte, si sarà fatto il tempo di fermarvi per una colazione al Monte Cristo Café.

Non perdetevi la seconda parte di questo racconto: Bluefield, Monte Cristo Café e l’isola che non c’è.

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