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slovenia grande guerra

La Slovenia e la Grande Guerra.

Cento anni fa la Grande Guerra si abbatteva sul continente come una furia devastante portandosi via milioni di persone. Quando si parla di Grande Guerra ci immaginiamo luoghi lontani e remoti ma in realtà ci sbagliamo. Questi luoghi sono oggi visitabili e forniscono un’incredibile e silenziosa testimonianza di ciò che fu quel conflitto.

L’Italia entrò in guerra nel fatidico 24 maggio del 1915, quasi un anno dopo la dichiarazione di guerra dell’Impero Austro Ungarico alla Serbia. In quei tragici mesi di neutralità italiana gli altri due fronti avevano già mietuto milioni di vite. Con la dichiarazione di guerra dell’Italia si apriva un terzo fronte, quello Alpino.

Un fronte molto diverso dagli altri due, meno fango ma immense pietraie e rocce asprissime su vette e montagne a volte di quasi quattromila metri. Conrad e Cadorna erano i due capi di stato maggiore a fronteggiarsi gli uni contro gli altri con i suoi due eserciti.

I territori dell’attuale Slovenia si trovavano proprio sul punto di sfondamento ideato da Cadorna per entrare nel cuore dell’Impero passando da Ljubljana.

Dai piani originari alla realtà le cose andarono differentemente, i due eserciti iniziarono una terribile guerra di trincea guadagnando e perdendo poche centinaia di metri a costi di eroismi incredibili e tributi di sangue senza fine.

Gli sloveni si trovarono a combattere su quello che oggi è suolo italiano e gli italiani su quello che oggi è suolo sloveno.

Le cicatrici lasciate da quei combattimenti possono essere oggi visitate lungo tutta la valle dell’Isonzo, fiume Soča in sloveno e non solo. Un percorso che può tranquillamente iniziare dalle valli circostanti Kranjska Gora, dove si trovavano i centri logistici, inoltrandosi fino a raggiungere le gole con le acque color smeraldo del fiume Soča passando da Bovec, Kobarid, Tolmin. Scendendo poi verso l’adriatico passando dalle pietraie del carso raggiungendo Gorizia e Redipuglia dove si trova il più grosso sacrario militare italiano ed alcuni cimiteri di guerra Austro Ungarici.

Proprio Redipuglia deriva dalla lingua slovena a significare “terra di mezzo”. Caporetto oggi si chiama Kobarid. Fu strappata all’impero Austroungarico e successivamente ripersa. La sua battaglia segnò la storia ma questa ve la racconteremo nel post di settimana prossima.

Siete appassionati di Grande Guerra e vorreste vederne i luoghi? Non perdetevi il mio libro Si combatteva qui! Nei luoghi della Grande Guerra, in uscita a fine mese grazie alla casa editrice Hoepli, dove ripercorro fotograficamente e non solo tutto il fronte.

Non perdertevi i precedenti post alla scoperta di Maribor e la vite più antica al mondo, Ljubljana la città del Drago e l’intervista all’eclettico artista Jakov Brdar, Ptuj e le sue terme ed il prossimo post dedicato a Caporetto. Per una guida completa, ricca di fotografie, curiosità e suggerimenti di viaggio potete sfogliare la mia guida turistica Slovenia edita con Morellini Editore e disponibile sia per l’acquisto on line che nelle librerie.

Info e Link:

Per visitare le zone dei combattimenti oggi in territorio Sloveno non perdetevi il sito della Fondazione Pot Miru, Sentiero della Pace. A Caporetto, nella loro sede, potrete trovare un’ampia selezione di materiale informativo e prenotare guide locali per accompagnarvi lungo le trincee.

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