Skip to content
monti carpazi

Missione Carpazi

Missione Carpazi

Oggi è il giorno della memoria e mi trovo a Cracovia. Esattamente tre anni fa, ben prima che il sole sorgesse, partivo da Milano con il fuoristrada attrezzato per i climi estremi. Iniziava la Missione Carpazi. Di tutte le missioni fotografiche realizzate quella è stata la più lunga, sia per durata che per chilometri percorsi.

 

Un’antica canzone

Tutto ebbe origine da un’antica canzone della tradizione popolare trentina: “Monti Scarpazi”. La musica di questa canzone è sublime, le parole che l’accompagnano tristissime. Si tratta della moglie di un soldato dell’Impero Asburgico che a fine della guerra va sulle orme del marito mai tornato. Quando giunge nei Monti Carpazi, cercandolo tra il vento e i crepacci trova solo una croce: Il triste lascito della guerra.

E pure noi abbiamo trovato quelle croci sepolte dalla neve.

Proprio quest’antica canzone mi ha portato a studiare il dimenticato fronte orientale. Nei cinema e nei libri si vede e si legge sempre di quello occidentale. Ma il fronte russo ebbe battaglie di dimensione inimmaginabile, storie incredibili e completamente dimenticate come la battaglia-assedio di Przemyśl in Polonia.

 

L’assedio di Przemyśl

All’epoca, nel gennaio del 1915, la cittadina fortezza di Przemyśl era sotto l’assedio dei russi. Si trattava della più importante area fortificata in Europa con un perimetro di oltre cinquanta chilometri di fortezze e trincee. L’esercito austriaco iniziò una terrificante battaglia cercando di rompere l’assedio per liberare la città. Lo dovettero fare attraversando i Monti Carpazi tra le tempeste di neve e un gelo mortale a -40° gradi. Il tentativo fallì e si giunge alla resa della città che portò oltre centomila uomini alla prigionia nelle steppe della siberia. Ci sarebbe materiale per un film ma nessuno oggi ricorda quella battaglia, all’epoca sulle prime pagine di tutti i giornali d’Europa.

 

In partenza a gennaio

La data di partenza il 27 gennaio 2017 non fu casuale, volevo rappresentare lo stesso clima incontrato durante le battaglie di quell’inverno. Trovai costanti – 15° per tutta la parte ungherese e ucraina della missione. In Polonia trovai una temperatura leggermente più alta tra i – 10 e i – 5° gradi. L’amico archeologo Nicolò Donati, che mi aiutò in quella missione, ricorda bene quel freddo.

 

Oggi a Cracovia

Oggi, a distanza di tre anni, inauguro all’Istituto Italiano di Cultura a Cracovia la mostra fotografica dedicata proprio ai campi di battaglia del dimenticato Fronte Russo. Cracovia è stata la prima tappa che videro i soldati dell’epoca.

 

Le fortezze di Cracovia

Cracovia mi stupisce sempre per la sua bellezza e per le sue… fortezze. Semi abbandonate circondano tutta la città e sono proprio le fortezze che videro i Russi nel punto di loro massima avanzata. Da qui partivano i soldati dell’impero nel loro viaggio di guerra, spesso senza ritorno.

Non perdetevi i due approfondimenti che ho scritto sulle fortezze di Cracovia e sulle Battaglie dei Monti Carpazi.

 

Le fortezze di Cracovia.

 

I Monti Carpazi e la Grande Guerra.

 

© Franconiphotos.eu – Tutti i diritti riservati.