Viaggio parte 1° da San José a Managua:
Che cosa davvero mi abbia portato ad essere all’alba su di un bus in partenza da San José in Costa Rica con destino Managua in Nicaragua, prima tappa di un lungo viaggio, è una lunga storia che rimarrà nell’ambito dei miei ricordi.
Sicuramente però, grazie a questa lettura, qualora vi passasse mai in testa di viaggiare da quelle parti o su questa specifica rotta, almeno potrete avere idea di che cosa stiate andando a trovare e qualora invece non ci passiate avrete comunque avuto un’idea di cosa avreste potuto vedere.
La preparazione del viaggio è stata ridotta all’essenziale, alcune informazioni chiave domandate nei due giorni precedenti a gente Nicaraguense che vive a San José. Di fatto non ho nemmeno avuto il tempo di acclimatarmi o di abituarmi al fuso centro americano.
Da San José a Managua ci sono almeno due compagnie che eseguono la tratta diretta. Quella che ho utilizzato io era la Transnica. Il bus è confortevole e ha l’aria condizionata e il personale disbriga tutte le formalità relative al passaggio di confine, pagamento tasse di uscita e ingresso, controllo passaporti. Potete optare anche per la versione più economica che prevede l’arrivo alla frontiera e da li il cambio di bus ma dovrete moltiplicare le ore di viaggio destinata a questa singola tratta.
Alla frontiera siamo stati accolti dalle scosse di terremoto che han fatto ballare i pilastri delle basse palazzine, il tutto nella generale indifferenza dei locali abituati ad una terra che dice la sua abbastanza spesso.
Viaggio parte 2° Da Managua a Rama e da Rama a Bluefields.
Da Managua a Rama invece bisogna optare per un bus di carattere decisamente più locale e folkloristico, nel nostro caso l’ultimo bus della giornata, il notturno delle 10.00.
Il viaggio per giungere a questa cittadina fluviale è stato l’apoteosi di sensazioni contrastanti che riassumo con calore, stanchezza, sorpresa, in alcuni momenti preoccupazione, irritazione, tenacia ed infine il piacere globale di fare un’esperienza puramente locale.
Non ho visto la faccia di un solo turista per tutto il viaggio. La persona più europea che abbia incontrato è stata una madre hippie sulla quarantina in compagnia del suo compagno caraibico e dei suoi due piccoli.
Il bus da solo odorava, non solo metaforicamente, di avventura. Un vecchio scuolabus giallo equipaggiato di una luce intermittente gialla sul tetto, due neon viola ai lati del parabrezza, scritte religiose di dimensioni giganti avvertento che “Dios con nosostros”, altre targhe più modeste con “Amo Jesus” ed una statua della Madonna illuminata a guaradare silenziosmente i passeggeri. Innumerevoli i bagagli sul tetto. Ovviamente gli ultimi posti disponibili erano.. in piedi. All’interno una luce rossa illuminava il posto di guida. Canzoni latino americane hanno accompagnato questo vecchio bus e i suoi stipatissimi passegeri stanchi morti nella sua lenta corsa per le desertiche lande del Nicaragua illuminate per soli pochi metri dalla luce gialla. Dopo una sola sosta, non si sa bene dove, il bus è arrivato con le prime luci dell’alba a Rama dove gentilmente han lasciato dormire ancora un po’ chi avrebbe dovuto proseguire il suo viaggio su di una “panga” (lancia) fino a bluefields percorrendo le placide rive del Rio Escondido.
Quando la fame avanzerà potrete mangiare qualcosa nel locale mercato dove riso, fagioli e uova vi stanno già aspettando belli caldi, l’importante è non fare gli schizzinosi e magari qualora dobbiate andare al bagno utilizzate quello del molo ed evitate quello del mercato. Non chiedetemi, fidatevi e basta.
Non è detto che si riesca a salire sulla panga (lancia) il giorno stesso in cui desiderate partire. Una cosa è certa, dovete essere li decisamente presto la mattina e piazzarvi nella biglietteria facendo ben presente che volete partire altrimenti tutti vi passeranno avanti. Potreste arrivare a Bluefields anche in bus ma la panga è decisamente più rapida, comoda ed interessante. Le sponde del Rio Escondido sono costituite da natura pura e capanne dal fascino lontano.