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Opening ad Aquileia per il Centenario del Milite Ignoto

Il Milite Ignoto da Aquileia a Roma

Aquileia

Aquileia, luogo del Milite Ignoto, è una cittadina che vive tra i resti delle antiche vestigia romane. Un’imponente Basilica custodisce dei mosaici romani di una bellezza senza tempo. Là, in quel corno d’Italia che è il Friuli, un tempo si trovava un importante e florido porto dell’antica Roma. Oggi la bellezza e l’importanza del sito han fatto sì che sia uno dei luoghi sotto protezione UNESCO in Italia. I romani da lì si spingevano verso Emona, l’odierna Ljubljana e poi più in là verso la pannonia.

 

Non solo le antiche vestigia romane

Aquileia non è importante solo per il suo passato romano. In tempi molto più recenti si è trovata a poca distanza dalla primissima linea della Grande Guerra: il Carso.

Quelle pietraie ai confini d’Italia dove tanto sangue è stato versato.

I bisnonni

Me le immagino quelle tradotte che andavano verso il confine, stracariche di giovani che andavano a perdere vita e affetti in atroci battaglie che non risparmiavano l’uso di gas nervini, mazze chiodate e lanciafiamme. Un delirio dell’umana ragione.

Tra quei giovani c’erano anche i miei bisnonni che, come tanti altri, partirono e non tornarono.

Me li immagino quei giorni concitati. Bisnonno Paolo cadeva in combattimento e veniva sepolto lì vicino al campo di battaglia. La madre, distrutta dal dolore, non volle il rientro della salma, come a cercare di dimenticare la disperazione del caro perduto. Qualche anno più tardi quando tornarono per traslare il suo corpo, assieme a quello di migliaia di altri caduti, la sua croce era caduta e il nome non era più leggibile. Il bisnonno Paolo perdeva così la sua identità per finire assieme alle ossa di altre decine di migliaia di giovani tra i Militi Ignoti del Sacrario Militare di Oslavia.

Una sede emotivamente particolare

Inaugurare la mostra ad Aquileia a Palazzo Meizlik, accanto alla Basilica, è stato emotivamente impegnativo. Nella mia mente scorrevano i campi di battaglia che ho visitato nel tempo dalle Alpi fino ai Monti Carpazi. Risuonavano nella mia mente le parole delle lettere dei miei bisnonni e degli altri Caduti di cui abbia letto i diari.

Parole intrise da un comune denominatore: la morte.

Cento anni fa quel treno

Ma perché proprio ad Aquileia? Esattamente 100 anni fa, nell’ottobre del 1921, le ferite della Grande Guerra erano ancora aperte e lancinanti.

Si decise di scegliere un Milite Ignoto che avrebbe rappresentato tutti coloro che avevano perso il loro nome su un campo di battaglia.

Fu così che si chiese a Maria Bergamas, madre di un Milite Ignoto, di scegliere tra undici bare di Militi Ignoti quale avrebbe dovuto rappresentare suo figlio e i figli di tutte quelle madri che non ebbero nemmeno la consolazione di rivedere le spoglie dei loro amati figli.

Una cerimonia struggente

La cerimonia si svolse il 28 ottobre del 1921 nella Basilica di Aquileia. Maria Bergamas dopo qualche passo si accasciò commossa su un feretro e così venne scelto il Milite Ignoto.

Un treno verso Roma

Il giorno seguente il feretro fu caricato su di un convoglio che partì alla volta di Roma. Il treno si fermò ad ogni stazione dove folle gremite commosse gettarono fiori sul vagone col feretro. Nell’emozione di un intero Paese che piangeva i propri figli caduti giunse Roma per essere tumulato definitivamente all’Altare della Patria.

L’Altare della Patria

Dopo l’ultima missione fotografica di “si combatteva qui!” dedicata alla Grande Guerra, dopo aver ripercorso quelle migliaia di chilometri per testimoniare l’orrore della guerra, mi sono recato a Roma.

Volevo rendere omaggio al Milite Ignoto creando l’ultimo scatto, ripensando a quanti ancora giacciono lassù tra i ghiacciai delle Alpi o tra le foreste di larici dei Carpazi.

Palazzo Meizlik

Allestire a Palazzo Meizlik ad Aquileia per me rappresenta un’emozione profonda, che non saprei spiegare. Essere lì per il centenario. A così pochi chilometri da dove perirono i miei bisnonni. Essere lì con il mio reportage che mostra le cicatrici di quell’orrendo passato. Ripenso a quei volti ingialliti delle fotografie dei miei bisnonni che aprono la mostra fotografica. Da Milano fino a Tallinn, esposizione dopo esposizione, si sono lentamente trasformati in uno dei tanti simboli di quel passato da ricordare assolutamente per non ripetere.

Il simbolo di un’Europa in conflitto che ci deve ricordare il valore dell’Unione di oggi.

Dietro alla Basilica

Dietro alla Basilica si trova un cimitero di guerra. Le croci di ferro si stagliano dal suolo. I dieci Militi Ignoti su cui non si accasciò Maria Bergamas giacciono lì. Accompagnati da dieci rose rosse e dall’iscrizione

“Maria Bergamas per tutte le madri”

La guerra altro non è che la morte dei propri figli e dei propri cari niente di più e niente di meno.

Info pratiche:

La mostra è visitabile fino al 6 gennaio per informazioni guardare il sito Promozione Turismo Friuli Venezia Giulia. In esposizione ci sono 70 scatti suddivisi in due sale: le Alpi ed i Monti Carpazi. Dopo aver visitato la mostra è consigliabile andare a visitare la Basilica dove si svolse la struggente cerimonia ed limitrofo cimitero di guerra. La mostra è inserita nel calendario ufficiale nazionale delle Celebrazioni del Milite Ignoto. L’elenco completo delle manifestazioni si può trovare sul volantino delle iniziative.

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