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Uno scatto rapido e quasi furtivo per una lunga storia.

Ormai a Milano fa caldo, gli uccellini cantano, il verde è tornato a tappezzare la città, i fiori sono esplosi nei loro mille colori. Mentre stavo camminando, durante uno di questi giorni soleggiati, ho visto davanti a me questa coppia di anziani signori e ho pensato “dannazione! Non ho la macchina fotografica”. Non ho però desistito e con rapidità da film western ho estratto dalla tasca il cellulare. La foto in se e per se non è un gran che, me ne rendo conto. Ho dovuto zoomare un po’ perché avevo delle cose che ho lasciato al suolo ma che non avrei potuto lasciare incustodite nel mentre della ricerca di uno scatto “perfetto”. Come si suole dire, si è fatto quello che si è potuto. Ciò che mi ha colpito di questa coppia di anziani signori è la tenerezza con cui si stavano tenendo per mano aiutandosi l’un l’altro. Gli anziani vengono visti da molti, fortunatamente non da tutti, come un peso. Eppure questi anziani sono custodi di esperienza. In quella tenerezza ho rivisto qualcosa che sta andando perso, poi per carità, lungi da me mitizzare diverse epoche, ogni periodo storico ha i suoi pro ed i suoi contro ed i pro nel periodo attuale, non son pochi. Nonostante ciò, pensando alle tante storie sfasciate che conosco tra tutti i miei amici, mi torna alla mente un’intervista a due anziani signori, sposati da una vita e felicemente insieme. L’intervistatore chiese quale fosse secondo loro la ricetta di un amore così lungo e la risposta fu “sa, siamo cresciuti in un periodo in cui non c’era molto da divertirsi e così siamo stati abituati a guardare le cose per il loro vero valore e ad apprezzarle, quando c’era un problema non si buttava ciò che si aveva ma piuttosto ci si sforzava di ripararlo”.

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